Giovanni Giagnoni, nato nel 1946, vive e lavora in Agliana (Pistoia).
Ha frequentato parzialmente l’istituto d’arte di Pistoia, formandosi, per le prime lezioni del dipingere, in quella magnifica fucina che tanta parte ha avuto nell’affermazione dell’arte in Italia ed all’estero, specialmente nella seconda metà del 900.
Ha proseguito, di poi, il suo cammino di artista come autodidatta dedicandosi con metodo e passione a sperimentare le diverse tecniche pittoriche (olio, acquarello, china etc.) raggiungendo in ognuna di esse notevoli risultati per la ricerca dell’identificazione del suo mondo interiore dove l’arte vuol essere comunicazione delle emozioni dell’autore verso l’interlocutore che vede e giudica il dipinto.
La natura è per Giovanni un “momento” di intimità e di profonda riflessione nella quale egli coglie quanto di più umano possa trovarsi nel rapporto terra-ambiente-uomo e questo “umano” lo ritrova nell’amore col quale si avvicina al suddetto trinomio.
E da qui nasce la sua opera creativa che, nella sua formazione definitiva, acquista un aspetto estremamente lirico.
Se dipingere vuol dire anche aiutarci a comprendere il mondo nel quale l’artista ci presenta quanto resterebbe per noi sconosciuto, apparendo per questo quasi un “divinatore” delle cose, allora, il pittore risolve sempre a pieno la sua opera.
In un quadretto, a mani dello scrivente, che rappresenta un angolo di una selva nella quale fluisce un rigagnolo d’acqua particolarmente lucente sui vari toni dei verdi lussureggianti, si sente tutta la vita di essa: il canto degli uccelli, il fruscio delle foglie sulle quali scorre fresca e leggera l’aria mossa dall’alito fievole di vento, il tutto unito ad una freschezza prorompente fatta di luce, di penombra e di riflessi.
Alla domanda come avesse in animo l’artista di chiamare la sua opera, egli risponde: “Luci e riflessi della selva”.
Inutile dire che Giovanni Giagnoni aveva “visto” e “sentito” la sua selva nella maniera in cui la poesia ed il lirismo facevano la loro parte importante ed il titolo sopra ricordato non era altro che l’ultimo testimone del suo intendere di artista.
Dal 1994 Giagnoni Giovanni frequenta il Laboratorio di plastica, ceramica e disegno OFFICINAE diretto da Vanni Melani. Inizia con il disegno per poi passare alla lavorazione dell’argilla, l’incisione calcografica con la realizzazione di bassorilievi, vasi ed opere a tronco di albero alternando sculture riprese dal vivo che dettate dalla sua fantasia. Il laboratorio OFFICINAE aprirà inaugurando una mostra collettiva con gli allievi del laboratorio a Pistoia nella ex chiesa di S. Giovanni, in corso Gramsci, dal 3 al 15 settembre.
Da anni mi dedico alla pittura di ogni genere e di ogni forma. Quello che penso è che la pittura sia uno strumento per esprimere i propri sentimenti e quando vedi completata un’opera è come un sogno che si è avverato, come un qualcosa di astratto e misterioso che ha preso forma.
La pittura permette di esprimere i propri sentimenti, di rendere concrete le proprie emozioni. La pittura non è un’arte, la pittura è solo un passatempo; diventa arte solo quando viene praticata con amore e passione… E’ questo quello che io penso ed è questo che io faccio da anni: il pittore.